20.a Domenica del T.O. – B

Mistero d’amore! Simbolo di unità! Vincolo
di carità! Chi vuol vivere, ha dove vivere,
ha di che vivere. S’avvicini, creda,
entri a far parte del corpo e sarà vivificato.
S. Agostino, Tratt. sul vang. di Giov. 26, 13

PRIMA LETTURA
Mangiate il mio pane, bevete il vino che vi ho preparato.
Pr 9,1-6
SALMO RESPONSORIALE
Sal 33
SECONDA LETTURA
Sappiate comprendere qual è la volontà del Signore.
Ef 5,15-20
CANTO AL VANGELO
(Gv 6,56)
VANGELO
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Gv 6,51-58
PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

Il corpo di Gesù appeso alla croce
è il frutto prezioso dell’albero della vita.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 3, 1-21
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna, (vv. 14-15)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 12, 20-36
Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto, (v. 24)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI FILIPPESI, CAP. 2,1-11
Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce, (v. 8)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI COLOSSESI, CAP. 1, 21-29
Anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate, ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto, (vv. 21-22)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 5, 1-10
Pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, (vv. 8-9)

DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 10, 1-25
Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati,
per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre, (v. 10)

DAL LIBRO DELL’APOCALISSE, CAP. 5
Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato, (v. 6a)

SALMO 147
Egli ha messo pace nei tuoi confini e ti sazia con fior di frumento, (v. 14)

DAL CANTICO DEI CANTICI, CAP. 2, 1-7
Come un melo tra gli alberi del bosco, il mio diletto fra i giovani. Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo e dolce è il suo frutto al mio palato, (v. 3)

DAL LIBRO DELLA SAPIENZA, CAP. 16, 15-29
Sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto, (v. 20)

COMMENTO PATRISTICO

S. GIOVANNI CRISOSTOMO
Dalle Omelie sul vangelo di Giovanni, 26

Per diventare un solo corpo non soltanto per la carità, ma anche in realtà, bisogna che ci uniamo alla sua carne; il che avviene per mezzo del cibo che Egli ci ha dato in segno del grande amore che ha per noi. Si è compenetrato con noi fino a costituire un unico corpo proprio per questa ragione: perché fossimo una cosa sola con Lui, come è una cosa sola il corpo unito al capo. Questo è il segno del più grande amore. Accennando a questo, Giobbe diceva dei suoi servi (da cui era tanto amato), che desideravano partecipare alla sua mensa; cosicché per mostrare il loro ardente amore dicevano: Chi c’è che delle sue carni non si sia saziato? (Gb 31, 31). Lo stesso ha fatto Cristo per indurci ad una più grande intimità con Lui e per mostrarci il suo amore; e non si fece soltanto vedere a coloro che lo desideravano, ma permise loro di toccarlo, di mangiarlo, di configgere i denti nella sua carne, di conglutinarsi a Lui, di saziare ogni loro desiderio. Da quella mensa ritorniamo come leoni spiranti fuoco, terribili ai demoni, pensando che cosa sia il nostro capo e quanto amore ci abbia dimostrato.

“I genitori spesso danno i propri figli da nutrire ad altri. Io invece li nutro con le mie carni, do loro me stesso in cibo; voglio che tutti siate nobili, e a tutti do la speranza dei beni futuri, poiché chi si è dato a voi in questa vita molto più vi sarà propizio nella futura. Ho voluto essere vostro fratello, con voi ho voluto aver comune la carne ed il sangue, e di nuovo a mia volta vi ho dato quella carne e quel sangue per i quali sono stato fatto partecipe della vostra natura”.

Questo sangue riproduce in noi la sua regale splendida effigie, ci arricchisce di una bellezza incredibile, non lascia venir meno la dignità dell’anima che spesso alimenta e nutre. Questo sangue degnamente ricevuto scaccia i demoni, chiama gli Angeli intorno a noi, anzi lo stesso Signore degli Angeli. I demoni fuggono, quando vedono il sangue del Signore, e accorrono gli Angeli. Questo sangue sparso per noi ha lavato tutto il mondo.

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Il Signore guarda il vostro cuore, non il
vostro patrimonio. Non guarda quanto
gli offriamo in sacrificio, bensì l’amore
con cui glielo offriamo.
S. Gregorio Magno, Omelia 5