PRIMA LETTURA
Il sacrificio del nostro padre Abramo.
SALMO RESPONSORIALE
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli. R./
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore. R./
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme. R./
SECONDA LETTURA
Dio non ha risparmiato il proprio Figlio.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
Questi è il Figlio mio, l’amato.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
Gesù sceglie i discepoli
per portarli al monte alto della rivelazione divina
e renderli capaci di entrare
nel mistero del suo rapporto con il Padre.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 15,1-17
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. (v. 15)
DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 5,1-16
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava, (vv. 1-2)
DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 3,13-19
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare, (vv. 13-15a)
DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 11,25-30
Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare, (v. 27)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 2
Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato, (v. 12)
DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAR 12,14-29
Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, (vv. 22-23a)
SALMO 19 (18)
I giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti … anche il tuo servo in essi è istruito, per chi li osserva è grande il profitto, (vv. l0b. 12)
SALMO 48 (47)
Gioisca il monte di Sion, esultino le città di Giuda a motivo dei tuoi giudizi, (v. 12)
SALMO 24 (23)
Chi salirà il monte del Signore, chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro. (vv. 3-4a)
DAL LIBRO DELL’ESODO, CAP 19
II Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosé sulla vetta del monte. Mosé salì. (v. 20)
COMMENTO PATRISTICO
GIOVANNI DAMASCENO
Dall’Omelia sulla Trasfigurazione del Signore, 2
Oggi un abisso di luce inaccessibile, oggi un’effusione inesauribile di splendore divino illumina gli apostoli sul monte Tabor. Oggi è riconosciuto Signore dell’Antico e del Nuovo Testamento Gesù Cristo, a me caro di nome e di fatto, realmente dolcissimo e amabilissimo, al di là di ogni immaginabile soavità.
Oggi Mose, il promotore dell’antica alleanza e divino legislatore, con l’atteggiamento d’un servitore sta sul monte Tabor accanto al legislatore Cristo come ad un Signore, intendendo il suo disegno, alla cui prefigurazione un tempo fu iniziato – potrei dire, infatti, che ciò è dimostrato da quanto Dio operò in seguito – e distingue chiaramente la gloria della divinità, coperta dalla cavità della rupe, come dice la Scrittura (cfr. Es 33, 22). E la rupe era il Cristo (1 Cor 1, 10), il Dio incarnato, Logos e Signore, secondo quel che il divino Paolo ci ha esplicitamente insegnato. La rupe era il Cristo che, aprendo come una piccolissima fessura della sua carne, colpì quelli che erano presenti con una luce infinita e più potente di qualunque sguardo.
Oggi la più alta autorità del Nuovo Testamento, colui che proclamò con la massima chiarezza il Cristo Figlio di Dio, quando disse: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt 16, 16), vede il protagonista dell’Antico al fianco del legislatore dell’uno e dell’altro Testamento proclamare a gran voce: “Questi è colui che è. Io predissi che come me sarebbe stato elevato profeta; come me sì, in quanto uomo e capo del nuovo popolo, ma al di sopra di me, signore mio e di tutta la creazione: lui che ha affidato a me e a te entrambi i Testamenti, l’Antico e il Nuovo”.
Oggi il vergine dell’Antico annuncia al vergine del Nuovo [Testamento] il Signore, il vergine nato da una vergine.
Orsù dunque, diamo ascolto al profeta Davide! Inneggiamo al nostro Dio, inneggiamo al nostro re, inneggiamo! Inneggiamo con sapienza, perché Dio è re di tutta la terra; inneggiamo con labbra esultanti; con bocca sapiente inneggiamo, sentendo il gusto delle parole. Mentre la gola gusta i cibi, dice il saggio, la mente distingue le parole. Inneggiamo anche allo Spirito che scruta tutte le cose, perfino le arcane profondità di Dio; allo Spirito che tutto illumina, nella luce del Padre, mentre contempliamo, luce inaccessibile, il Figlio di Dio.
Ora è stato visto ciò che era invisibile agli occhi umani: un corpo terreno che irradia splendore divino, un corpo mortale che emana la gloria della divinità.
Infatti il Logos è diventato carne, la carne Logos, senza che questo abbia perduto la natura divina.
O prodigio che trascende ogni intelligenza!