PRIMA LETTURA
Come punisti gli avversari, così glorificasti noi, chiamandoci a te.
SALMO RESPONSORIALE
R. Beato il popolo scelto dal Signore.
SECONDA LETTURA
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Anche voi tenetevi pronti.
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
Il Signore Gesù è il servo pronto e obbediente del Padre,
che dispensa la pienezza della sua misericordia
a coloro che si sono fatti servi del Vangelo,
perseveranti nella notte della prova,
cinti dell’obbedienza della fede
e rivestiti della luce della carità.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 13, 1-20
[Gesù] si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. (vv. 4-5)
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 17
E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro. (v. 26)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 22, 24-46
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno, come il Padre l’ha preparato per me. (vv. 28-29a)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 5, 1-11
Noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. (vv. 3-4)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 13, 8-14
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. (v. 12)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI, CAP. 6, 10-20
State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede. (vv. 14-16a)
DALLA SECONDA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO A TIMOTEO, CAP. 4, 1-8
Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione. (vv. 7-8)
DALLA PRIMA LETTERA DI S. PIETRO APOSTOLO, CAP. 1
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede … torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo. (vv. 6-7)
DAL LIBRO DEL SIRACIDE, CAP. 2
Figlio se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione … Affidati a lui ed egli ti aiuterà. (vv. 1. 6a)
DAL LIBRO DEL PROFETA GEREMIA, CAP. 20, 7-12
Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso. (v. 11a)
COMMENTO PATRISTICO
S. PIER CRISOLOGO
Dall’Omelia 22, passim
Quel che oggi si legge, che il Signore abbia risposto con un’immagine a Pietro che lo interrogava, molti ascoltatori lo interpretarono come detto ai soli apostoli, soltanto ai maestri e a quelli che governano le Chiese. Pietro chiede: Signore, dici questa parabola per noi oppure per tutti? Il Signore gli rispose: Quale pensi sia il servo fedele e saggio che il Signore ha posto a capo della servitù, per dargli a suo tempo la razione di grano? … Questo paragone appunto mette alle strette anzitutto i pastori della Chiesa; ma questa raffigurazione non esclude assolutamente nessun uomo, nessun mortale, poiché, mentre parla dell’amministratore, risponde a tutti, anche se ad interrogare è uno solo. Se c’è uno che non ha ricevuto nulla da Dio, non avrà da temere per la revisione dell’amministrazione e per l’incarico di amministratore.
Uomo, se hai ricevuto quello appunto che dai, come negherai di aver ricevuto quello che possiedi?
Delle ricchezze celesti accumulate, dei granai divini renderà conto, addurrà le giustificazioni il dispensiere della Chiesa; e quanto maggiori sono i beni affidati, tanto maggior debito sa di dover restituire, poiché il Signore dice: A chi si è affidato di più, di più sarà chiesto. E in un altro passo: I potenti subiranno pene potenti (Sap 6, 7). Quanto più in alto salirà un uomo, tanto più in basso precipiterà nella sua caduta. … Dunque, l’amministratore della parola divina, il dispensiere della dottrina celeste, che sta ininterrottamente davanti a Dio, attende sempre agli altari e non si allontana mai dagli occhi di Dio, riceve i peccati, le giustificazioni, i dolori del popolo, porta, offre, innalza preghiere, riceve, riporta, restituisce le grazie ottenute, mutato completamente da uomo in angelo, non può peccare se non davanti al volto stesso di Dio nel Santo dei Santi così che si addossa una colpa dalle funzioni mediante le quali era solito concedere agli altri il perdono. … Ma indaghiamo come la risposta del Salvatore vincola tutti, e non vi sia nessuno che risulta estraneo alla amministrazione di Dio. L’Apostolo dice: Non c’è potere se non da Dio. Se da Dio deriva ogni potere, da Dio il re ha ricevuto anche la dignità del governo reale.
Così il generale, così i soldati, così i governatori delle province, così quelli delle città, tutti costoro dovranno rendere conto: se non hanno in nulla oltrepassato i limiti della autorità loro conferita, se il re ha custodito la giustizia, se ha osservato l’equità, se ha esercitato con moderazione il potere, se non ha trascurato la misericordia, se ha mantenuto la bilancia del proprio peso in modo tale che l’ago del suo potere, esattamente equilibrato, non pendesse da nessuna delle due parti; se si è preso cura di tutti, se ha garantito la tranquillità dei cittadini, se ha regolato la tassazione in modo che né al soldato mancassero sufficienti mezzi, né il contribuente fosse sfinito.
E il generale presenterà a Dio le proprie giustificazioni: se ai suoi seguaci si è offerto quale esempio di virtù, se, vigile nelle scolte, instancabile nelle incursioni, a prezzo della propria fatica ha ottenuto la pace per tutti. Renderà conto anche il soldato: se ha obbedito agli ordini, se non ha estorto denaro a nessuno, se ha compensato con un impegno scrupolosissimo lo stipendio ricevuto. Anche il giudice dovrà rispondere del suo giudizio al giudice celeste.
Voglio che anche tu, che sei padrone della tua casa, ti creda posto quale amministratore piuttosto che quale padrone, così da dimostrare a tua moglie un amore sincero e infonderle con saggezza gli insegnamenti da te appresi in chiesa, poiché l’Apostolo le ha ordinato con queste parole di tacere in chiesa e di imparare a casa, essendole tu maestro: Le donne in chiesa tacciano, ma interroghino a casa i loro mariti (1 Cor 14, 34-35). Dedica ai figli un affetto misurato, una cura sollecita, e allevali fedelmente nella legge del Signore; dà ai servi il vitto e il vestito dovuto, perdona le loro colpe, mitiga le minacce, imponi la disciplina e considera fratelli per la discendenza celeste quelli che possiedi a te soggetti per la schiavitù ammessa dal mondo. Anche voi, servi, dovete fedeltà a Dio nella stessa servitù in cui vivete, poiché chi con cuore pio e puro non rende il dovuto ossequio al padrone carnale, è obbligato, prima che davanti all’uomo, davanti a Dio, che vede i cuori, il quale ti ha fatto uguale in virtù della grazia, mentre la tua condizione ti aveva fatto diverso per l’inferiorità servile.
Che dirò del ricco? Questi, quanto più ha, tanto più deve. Perciò restituisce nello stesso tempo che consegna ad altri, se non avrà voluto versare ai singoli partitamente ciò che gli è stato affidato. E tu, povero, considera non di poca importanza l’amministrazione della povertà, a te affidata: se tu sopportassi con pazienza, se non fossi ingrato, se fossi anche nel bisogno stesso sobrio e frugale; se ti mostrassi riconoscente a chi ti dà e non scagliassi ingiurie imprecando a chi non ti dà; se cercassi tanto quanto dà la compassione, non quanto estorce una molesta avidità. Certamente anche tu, povero, che chiedi volentieri, da’ anche tu volentieri. Ma forse tu dici: “Non ho niente”. Purché ci sia la disposizione del dare, non mancherà la possibilità di donare.
Disponi per chi giunge la tua seggiola, disponi la tua mensa, il tuo candelabro, la tua lucerna. Almeno offri con gioia quello che da lui ricevi. Dio che vede che è giunto un ospite, ti darà tosto egli stesso per mezzo dell’ospite i mezzi da elargire. Così Elia, così Eliseo, mentre scendono nelle vuote e povere dimore delle vedove, fornirono abbondantemente ciò che alle vedove mancava.
Ma il Signore aggiunse per confermare questa similitudine:
Il servo che conosce la volontà del suo padrone e non fa ciò che conviene, riceverà molte percosse; invece quello che non conosce la volontà del suo padrone e non fa ciò che conviene, ne riceverà poche. Colui che pecca, essendone consapevole, a buon diritto è punito più gravemente; ma anche costui non eviterà le percosse dovute all’ignoranza a causa delle colpe provocate dall’ignoranza. Come non è lecito disprezzare Dio, così non è lecito non conoscerlo.