18.a Domenica del T.O. – B

Non gusto cibo di corruzione o gioie di
questa vita. Voglio il pane di Dio che è la
carne di Gesù Cristo della stirpe di Davide,
e per bevanda voglio il suo sangue
che è amore incorruttibile.
S. Ignazio d’Antiochia, Lett. ai Rom. VII, 3

PRIMA LETTURA
Io farò piovere pane dal cielo per voi.
Es 16,2-4.12-15
SALMO RESPONSORIALE
Sal 77
SECONDA LETTURA
Rivestite l’uomo nuovo, creato secondo Dio.
Ef 4,17.20-24
CANTO AL VANGELO
(Mt 4,4)
VANGELO
Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
Gv 6,24-35
PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

Gesù spinge alla conoscenza piena del Padre
invitando a gustare il dono dello Spirito Santo

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 4, 1-38
Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna, (v. 14)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 10, 1-20
Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. (v. lOb)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 14, 1-11
Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (v.6)

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 17, 1-11
Tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. (v. 2)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 6, 9-13
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, (v. 11)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 11, 25-30
Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete pace per le vostre anime, (v. 29b)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 8,14-30
Avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”, (v. 15b)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 10, 1-13
Tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, (v. 3)

DAL LIBRO DEL DEUTERONOMIO, CAR 8, 1-20
[Il Signore tuo Dio] ti ha nutrito di manna … per farti capire che
l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore, (v. 3)

COMMENTO PATRISTICO

S. AGOSTINO
Dal Commento al Vangelo di S. Giovanni 25, 14-15

Intimità senza tedio.

  1. Gesù disse loro: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame, e chi crede in me non avrà mai sete (Gv 6, 35). Chi viene a me è lo stesso che chi crede in me; e la promessa: non avrà più fame corrisponde all’altra: non avrà mai sete. Ambedue annunciano quella sazietà eterna, dove non esiste alcun bisogno. Volete il pane del cielo? Lo avete davanti e non lo mangiate. Vi ho detto però che mi avete veduto e non avete creduto (Gv 6, 36). Ma io non ho per questo abbandonato il mio popolo. Forse che la vostra infedeltà ha compromesso la fedeltà di Dio (cf. Rm 3, 3)? Ascoltate ciò che segue: Tutto quello che il Padre mi dà verrà a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori (Gv 6, 37). Quale intimo segreto è mai questo dal quale mai si è allontanati? Mirabile intimità e dolce solitudine! O segreto senza tedio, non amareggiato da pensieri inopportuni, non turbato da tentazioni e da dolori! Non è forse quell’intimo segreto dove entrerà colui al quale il Signore dirà, come a servo benemerito: Entra nel gaudio del tuo Signore (Mt 25, 23)?
  2. E colui che viene a me non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato (Gv 6, 38). Dunque, non caccerai fuori chi viene a te, perché sei disceso dal cielo non per fare la tua volontà, ma la volontà di colui che ti ha mandato? Grande mistero! Bussiamo insieme, ve ne scongiuro: venga fuori per noi qualcosa che ci nutra, proporzionato al gaudio che abbiamo provato. Un grande e dolce segreto è racchiuso in queste parole: Chi viene a me. Fermati, fa’ attenzione, pondera le parole: Chi viene a me io non lo caccerò fuori. Dunque: Chi viene a me – dice – io non lo caccerò fuori. Perché? Perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Questo è dunque il motivo per cui non cacci fuori chi viene a te: perché sei disceso dal cielo non per fare la tua volontà, ma la volontà di colui che ti ha mandato? Sì, è questo il motivo. Cosa stiamo ancora a chiedere se è questo il motivo? É questo. Egli stesso lo afferma. Non dobbiamo andare a cercare altro motivo diverso da quello che egli dichiara: Chi viene a me, io non lo caccerò fuori. E, come se noi avessimo chiesto il perché, aggiunge: Perché non sono disceso dal cielo per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Temo che l’anima si sia allontanata da Dio per questo motivo: perché era superba; anzi ne sono certo, poiché sta scritto: L’inizio di ogni peccato è la superbia; e: l’inizio della superbia dell’uomo è apostatare da Dio (Sir 10, 15 14). Sta scritto: è ben sicuro, è vero. Che cosa dice, inoltre, la Scrittura al mortale superbo, rivestito dei panni di carne e oppresso dal peso del corpo corruttibile e che, tuttavia, s’inorgoglisce dimenticando di quale pelle è rivestito, cosa gli dice la Scrittura? Perché t’insuperbisci, terra e cenere, perché t’insuperbisci? Su, risponda, di che cosa s’insuperbisce? Poiché nella sua vita ha proiettato le sue cose intime (Sir 10, 9-10). Che cosa vuol dire ha proiettato? Che ha gettato lontano da sé. Vuol dire che è uscita fuori da sé. Entrare dentro è desiderare le cose intime; uscire fuori significa gettarle fuori. Il superbo getta fuori le cose intime, chi è umile ricerca le cose intime. Se a causa della superbia veniamo cacciati fuori, grazie all’umiltà rientriamo dentro.

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