Cerchiamo di avere anche noi ciò che
non ci può essere tolto, porgendo alla
parola del Signore un’attenzione diligente,
non distratta ... Ti spinga, come Maria,
il desiderio della sapienza.
S. Ambrogio, Esp. del Vang. sec. Luca VII, 85

16° Domenica del T.O. – C

PRIMA LETTURA
Gn 18,1-10

Signore, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo.

SALMO RESPONSORIALE
Sal 14

R. Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.

SECONDA LETTURA
Col 1,24-28

Il mistero nascosto da secoli, ora è manifestato ai santi.

CANTO AL VANGELO
(Lc 8,15)

VANGELO
Lc 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

PREGHIERA DEI FEDELI
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PERCORSO ESEGETICO

I molti servizi della Chiesa sono sempre e solo
in funzione dell’opera divina
che il Verbo compie nei credenti.
Debbono perciò essere compiuti sempre
con grande umiltà di cuore, senza farsi avanti,
nella consapevolezza continua della propria inutilità.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 15
Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. (v. 5b)

DAL VANGELO SECONDO MATTEO, CAP. 20, 24-28
Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro schiavo. (v. 26b)

DAL VANGELO SECONDO MARCO, CAP. 4, 26-29
Diceva: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa”. (vv. 26-27)

DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 17, 7-10
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare. (v. 10)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI ROMANI, CAP. 12
Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. (v. 3)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 3, 5-4,5
Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. (v. 7)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI CORINZI, CAP. 12
Vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. (v. 6)

SALMO 127 (126)
Se il Signore non costruisce la casa invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode. (v. 1)

DAL LIBRO DEL PROFETA MICHEA, CAP. 6, 6-8
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono … camminare umilmente con il tuo Dio. (v. 8)

DAL LIBRO DEI GIUDICI, CAP. 7
Il Signore disse a Gedeone: “La gente che è con te è troppo numerosa, perché io metta Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e dire: La mia mano mi ha salvato”. (v. 2)

COMMENTO PATRISTICO

AGOSTINO DI IPPONA
Dal Discorso 103, 2 s

La parte migliore di Maria

Marta e Maria erano sorelle non solo di sangue, ma anche di religione; ambedue seguirono il Signore, ambedue lo servirono concordemente nei bisogni della sua vita temporale. Marta lo accolse, come si accoglie un ospite. Ma era la serva che accoglieva il Signore, la malata che accoglieva il Salvatore, la creatura che accoglieva il Creatore. Lei bisognosa di cibo dello spirito, accoglieva il Signore bisognoso di cibo per il corpo…

Così fu ricevuto il Signore “che venne in casa sua e i suoi non lo ricevettero, ma a quelli che lo accolsero, diede la capacità di diventare figli di Dio” (Gv 1,11); adottò gli schiavi, e se li fece fratelli; ricomprò i prigionieri, e se li fece coeredi. Perché nessuno di voi abbia a dire: O beati coloro che ebbero la fortuna di accogliere il Signore in casa loro! Non t’affliggere, non recriminare d’esser nato in un tempo in cui non puoi vedere il Signore nella sua carne; non ti ha tolto questo privilegio. “Ciò che fate a uno di questi più piccoli, lo fate a me” (Mt 25,40)…

Marta era molto occupata a servire il Signore; Maria, sua sorella, preferì farsi cibare dal Signore. Lasciò in qualche modo sua sorella indaffarata nelle faccende, si mise a sedere ai piedi del Signore e, senz’altro pensiero, lo sentiva parlare. L’orecchio attentissimo aveva udito: “Statemi attenti, e vedete che son io il Signore” (Ps 45,11). Quella s’agitava, questa si nutriva; quella dava mano a molte cose, questa pensava a una sola. Due cose buone tutte e due; e come facciamo a sapere qual è meglio? Abbiamo chi ci può rispondere, sentiamone la risposta. Abbiamo già sentito nella lettura che cosa sia meglio; ma risentiamolo ancora insieme. Marta chiama in causa l’ospite, porta al giudice il suo pio lamento, che la sorella l’abbia lasciata sola al suo lavoro. Maria sta lì, sente e non si giustifica; il Signore dà la sua risposta. Maria, tranquilla, preferisce affidare la sua causa al giudice; poiché, se si fosse impegnata a cercar lei una risposta, avrebbe perduto il filo di quello che sentiva. Rispose il Signore, al quale non mancano le parole, perché lui è la Parola, il Verbo. E che dice? “Marta, Marta!” E la ripetizione indica insieme affetto e un richiamo all’attenzione. “Tu ti affanni in molte cose, eppure una sola cosa è veramente necessaria”; proprio su quell’unica necessaria è caduta la scelta di Maria…

È cosa buona attendere ai poveri e soprattutto servire a coloro che si son dedicati al servizio di Dio. Non si tratta, infatti, tanto di un dare, quanto di un retribuire, a dire di san Paolo: “Se vi abbiamo dato doni spirituali, è proprio tanto che raccogliamo i vostri beni temporali?” (1Co 9,11). È cosa buona, fatelo, ve lo dico nel nome del Signore, non siate pigri nell’accogliere i santi. Talvolta senza saperlo, accogliendo gente che non conoscevano, ospitarono angeli (He 13,2). È cosa buona, certo; ma è meglio ciò che scelse Maria. In Marta c’è un’occupazione che nasce da un bisogno, in Maria c’è una dolcezza che nasce dall’amore. L’uomo vuol dare soddisfazione, quando serve; e talvolta non ci riesce: si cerca ciò che manca, si offre ciò che si ha; l’animo si distende. Infatti, se Marta avesse potuto far tutto da sola, non avrebbe chiesto l’aiuto della sorella. Son molte cose, son diverse, perché son di questo mondo, son temporali, son cose buone, ma transitorie. E a Marta, che dice il Signore? “Maria ha scelto meglio”. Non è che tu hai scelto male ma lei ha scelto meglio. Senti perché meglio: “Non le verrà portato via”. A te un giorno sarà portato via il peso della necessità: ma la dolcezza della verità è eterna. A lei non sarà tolto l’oggetto della sua scelta. Non le sarà tolto, anzi, le verrà aumentato. In questa vita viene accresciuto, nell’altra sarà perfetto: non sarà tolto mai.

D’altra parte, Marta, abbi pazienza, per quanto ti benedica per questo tuo lavoro, tu, in fin dei conti, cerchi una tua ricompensa, la tua quiete. Ora sei tanto affaccendata, vuoi tenere in piedi dei corpi mortali, anche se son quelli di santi; ma, quando arriverai a quella patria, troverai più un pellegrino da ospitare? Un affamato cui dare il tuo pane? Un assetato cui porgere la tua acqua? Un malato da visitare? Un litigante da mettere in pace? Un morto da seppellire? Tutte queste cose non le troverai lassù. E che cosa ci sarà? Proprio ciò che ha scelto Maria. Là staremo a mensa, non daremo da mangiare. Perciò là sarà pieno e perfetto ciò che Maria ha scelto qui; da quella mensa ricchissima della Parola di Dio raccoglieva appena delle briciole. Volete sapere che cosa sarà lassù? Lo dice il Signore stesso: “Vi dico io che li farò sedere e lui passerà e li servirà” (Lc 12,37). Che cosa è questo star seduti, se non stare a proprio agio e riposare? E che significa il suo passare e servire? Prima passa, e nel passare serve. Ma dove? In quel banchetto celeste, di cui dice: “Vi dico io, molti verranno dall’Oriente e dall’Occidente e siederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli” (Mt 8,11). Là il Signore ci nutre, ma prima passa di qui. Infatti, come sapete, Pasqua vuol dire passaggio. È venuto il Signore, ha fatto cose divine, ha subito pene umane. Vien forse ancora sputacchiato? Ancora schiaffeggiato? Ancora coronato di spine? Ancora flagellato, ancora crocifisso, ancora trafitto dalla lancia? È passato. D’altronde anche il Vangelo parla allo stesso modo, quando dice che egli fece la Pasqua con i suoi discepoli. Che cosa dice il Vangelo? “Giunta l’ora che Gesù passasse da questo mondo al Padre” (Gv 13,1). Dunque, lui passò, per darci da mangiare; andiamogli dietro, per sederci con lui.

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