Ciascuno tema di tornare indietro … continui
a camminare per la via, segua Cristo;
dimentico di ciò che sta alle sue spalle
si slanci verso ciò che gli sta davanti.
S. Agostino, Discorso 96, 8
PRIMA LETTURA
Eliseo si alzò e seguì Elìa.
SALMO RESPONSORIALE
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita. R/.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R/.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R/.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R/.
SECONDA LETTURA
Siete stati chiamati alla libertà.
CANTO AL VANGELO
VANGELO
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
PREGHIERA DEI FEDELI
PERCORSO ESEGETICO
La ferma decisione con la quale
Gesù sale verso Gerusalemme,
per portare a compimento la volontà del Padre,
mette a nudo il sentire e il volere
di coloro che lo seguono
perché richiede in essi
lo stesso atteggiamento del suo cuore.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 12, 12-50
Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. (v. 26a)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 2, 22-35
Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. (vv. 34b-35a)
DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 22, 28-34
Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; e io preparo per voi un regno. (vv. 28-29a)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI FILIPPESI, CAP. 1, 12-30
A voi è stata concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui, sostenendo la stessa lotta che mi avete veduto sostenere e che ora sentite dire che io sostengo. (vv. 29-30)
DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AI FILIPPESI, CAP. 2, 1-18
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale … umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. (vv. 5-8)
DALLA LETTERA AGLI EBREI, CAP. 4, 1-13
Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto. (v. 13)
SALMO 40 (39)
Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore. (vv. 8b-9)
DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 50, 4-10
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso. (v. 7)
DAL LIBRO DI GIOSUÈ, CAP. 24, 1-24
Se vi dispiace di servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire: se gli dei che i vostri padri servirono oltre il fiume oppure gli dei degli Amorrei, nel paese dei quali abitate. Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore. (v. 15)
COMMENTO PATRISTICO
CROMAZIO DI AQUILEIA
Dal Commento a Matteo, 41, 1-2. 4-5.10
Poiché il Signore, non solo non respinge ciascuno di noi che a lui si accosti con fede, ma anche, per la sua divina degnazione, di sua iniziativa chiama alla sua grazia, secondo ciò che dice: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò (Mt 11, 28) dobbiamo vedere perché abbia rifiutato questo scriba, che si offriva spontaneamente al Signore, dicendo di volerlo seguire, opponendogli questo esempio: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi dove trovare riposo. Questo scriba dunque, per quanto fa capire il senso della lettura, si accostò al Signore non con la fede di chi crede, ma con simulazione, non ricordando che in precedenza era stato predetto, per bocca di Salomone: Figlio, non accostarti a Dio con duplicità di cuore (Sir 1, 36). E, anzitutto, quanto superba in verità, e priva di fede la stessa presunzione di questo scriba che osò dire al Signore: Ti seguirò dovunque andrai!
Non disse soltanto: Ti seguirò, ma: Ti seguirò dovunque andrai. Da ciò si comprende che egli non sentiva venerazione per Dio né crede veramente al Figlio di Dio. Chi, infatti, credendo Dio il Figlio, avrebbe osato dirgli: Ti seguirò dovunque andrai, mentre sa peva che presto sarebbe ritornato in cielo e che abita col Padre in una luce inaccessibile anche agli angeli, secondo l’affermazione dell’Apostolo: Che abita in una luce inaccessibile (1 Tm 6, 16)?
Perciò, quale conoscitore dei cuori e indagatore dei segreti, Dio rifiutò giustamente colui che voleva tentarlo piuttosto che seguirlo veramente e fedelmente, dicendo: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi dove trovare riposo. Nelle volpi, qui, indica i falsi profeti, che in quel tempo si trovavano nel popolo d’Israele, ed ora sono gli eretici.
Di essi, per bocca del profeta Ezechiele, lo Spirito Santo avanza riserve dicendo: I tuoi profeti Israele, come volpi nel deserto (Ez 13, 4). Di essi, per bocca di Salomone, affermò: prendeteci le volpi piccoline che rovinano la vigna, e le nostre vigne sono in fiore (Ct 2, 15), indicando cioè i falsi profeti e gli eretici nelle volpi che, come fanno le volpi, tentano di devastare la vigna del Signore. …
Invece, negli uccelli del cielo comprendiamo che sono indicati gli spiriti immondi, secondo ciò che in un altro passo insegna lo stesso Signore, quando dice così del diavolo e dei suoi angeli: Vennero gli uccelli e lo mangiarono. Gli spiriti immondi sono chiamati uccelli, perché, data la loro natura spirituale, volano in un istante dappertutto a guisa di uccelli, come lo stesso diavolo, nel libro di Giobbe, dichiarò al Signore, dicendo In un istante ho girato attorno a tutto il mondo e sono venuto (Gb 1, 7). Il nido, poi, indica i cuori degli increduli e degli infedeli, nei quali questi uccelli, cioè gli spiriti immondi, trovano riposo come in sedi loro destinate.
Il Figlio dell’uomo invece, dice, non ha dove posare il capo perché, siccome i falsi profeti per mezzo della loro falsa predicazione e gli spiriti immondi per mezzo del culto degli idoli occupavano tutto il popolo d’Israele, il Signore non poté trovare un luogo dove posare il capo, cioè in cui collocare la conoscenza del nome paterno, che è il capo di Cristo, o almeno persone che credendo Cristo Figlio di Dio, per mezzo del Padre stesso riconoscessero che, come dice l’Apostolo, Dio è il capo di Cristo. …
Prosegue, poi: Un altro discepolo gli disse: Signore, permettimi prima di andare a seppellire mio padre… Questo discepolo credeva bensì con animo religioso e spirito di fede, ma non aveva ancora la conoscenza della fede perfetta. Non aveva ancora ascoltato dal Signore: Se uno non lascerà padre e madre e figli e fratelli e sorelle e non mi seguirà, non potrà essere mio discepolo (Lc l4, 26). E per questo, essendo ignaro della perfezione della fede, non seppe che cosa diceva. Perciò, il Signore, che chiedeva ai suoi discepoli che credevano in lui più il cuore che le parole, istruì la sua ignoranza. Perciò volendo che quello fosse perfetto in tutto, gli impone di non essere vincolato da nessuna preoccupazione del mondo, dicendo Lascia che i morti seppelliscano i propri morti. Era, infatti, sconveniente che chi, credendo la prima volta al Figlio di Dio, aveva cominciato ad avere per padre il Dio vivo e celeste, si preoccupasse del padre morto. E per questo il Signore lo esorta a seguire soltanto lui. Gli dice, infatti: Seguimi.
Precedentemente, viene riprovata l’infedeltà dello scriba che si era offerto spontaneamente, ma qui si sceglie soltanto la fede di chi crede. Perché certamente appare manifesto che il Signore espresse questa opinione non per una simpatia verso le persone, ma per un giudizio derivante dalla sua conoscenza divina. Sapeva, infatti, chi scegliere Colui che conosce i segreti dei cuori, secondo quello che, in persona della Sapienza, dice Salomone: Essa va in cerca di quelli che sono degni di lei e nei sentieri appare loro ben disposta (Sap 6, 17). …
San Matteo si limitò a menzionare questi due. Luca invece, in questo stesso punto ricordò colui che disse al Signore: Ti seguirò, ma permettimi di congedarmi da quelli di casa. E il Signore gli rispose: Nessuno che si volge indietro, quando pone mano all’aratro, può ottenere il regno di Dio, mostrando che chi desidera seguire il Signore e pone mano all’aratro, cioè fondandosi con fede evangelica sulla speranza della croce di Cristo, rinuncia al mondo, non deve guardare indietro, cioè tornare alle cose del secolo, per non diventare indegno del regno di Dio a causa di una simile vana preoccupazione e di un vano desiderio del mondo. Perciò, non a torto, anche il santo Apostolo ci ammonisce a non ritornare alle deboli e povere cose mondane. In questi tre giovani che si presentarono al Signore è rivelata la riprovazione degli increduli sia la diversa grazia dei credenti.
Infatti, il primo è respinto come infedele ed incredulo; il secondo invece, è scelto, perché credente, per seguire il Signore e predicare il regno di Dio; il terzo, poi, è ammonito, perché sia degno del regno di Dio, a non guardare indietro. E nel primo, che era uno scriba, è stata mostrata l’immagine dei dottori della Legge e farisei, che, orgogliosi della loro conoscenza della Legge siccome si presentarono al Signore più per metterlo alla prova che perché credenti in lui, furono respinti per colpa della loro mancanza di fede. Nel secondo, poi, è stata delineata la figura degli apostoli che, credendo con fede sincera, ebbero l’invito di seguire il Signore e si sa che furono destinati a predicare il regno di Dio in tutto il mondo. Nel terzo, poi, è stata raffigurata l’immagine del popolo pagano credente, che, liberato dall’errore del mondo e posto all’aratro della speranza celeste e della fede evangelica, è ammonito a non ritornare nuovamente al mondo, per poter essere considerato degno del regno di Dio. Alla grazia di questo aratro evangelico, anche per bocca d’Isaia, ci esorta lo Spirito Santo, dicendo: Spezzeranno le loro spade per farne aratri e le loro lance per farne falci (Is 2, 4). In ciò si è mostrato che, dopo aver infranto le armi della nostra malizia e della nostra iniquità, saremmo vissuti nella fede evangelica e nella pace della Chiesa, per Cristo Signore nostro, cui è lode e gloria insieme col Padre e con lo Spirito Santo secoli dei secoli. Amen.