11.a Domenica del T.O. – A

La messe abbondante indica la moltitudine
dei popoli; i pochi operai rappresentano
la penuria dei maestri.
S. Girolamo, Commento a Matteo, I, 9, 37

PRIMA LETTURA
Sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa.
Es 19,2-6
SALMO RESPONSORIALE
Sal 99
SECONDA LETTURA
Se siamo stati riconciliati per mezzo della morte del Figlio, molto più saremo salvati mediante la sua vita.
Rm 5,6-11
CANTO AL VANGELO
(Mc 1,15)
VANGELO
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, li mandò.
Mt 9,36-10,8
PREGHIERA DEI FEDELI
Leggi

PERCORSO ESEGETICO

In Gesù si rivelano le viscere di misericordia
del Padre celeste verso le sue creature,
tanto più frementi di tenerezza,
quanto più le vede sfinite e smarrite.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI, CAP. 16, 23B-33
In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. (vv. 26-27)

DAL VANGELO SECONDO LUCA, CAP. 1, 67-79
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio … verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace. (vv. 78-79)

DALLA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI, CAP. 2
Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati. (vv. 4-5)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. PAOLO APOSTOLO A TIMOTEO, CAP. 1, 12-17
Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. (vv. 15-16)

DALLA PRIMA LETTERA DI S. GIOVANNI APOSTOLO, CAP. 4, 7-21
In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. (v. 9)

DAL LIBRO DELLA SAPIENZA, CAP. 11, 21-12, 1
Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. (v. 23)

DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA, CAP. 63, 7-64, 11
Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia? Non forzarti all’insensibilità perché tu sei nostro padre. (vv. 15-16a)

SALMO 37 (36)
Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo e segue con amore il suo cammino. Se cade, non rimane a terra, perché il Signore lo tiene per mano. (vv. 23-24)

SALMO 145 (144)
Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. (v. 9)

COMMENTO PATRISTICO

S. GIOVANNI CRISOSTOMO
Dal Commento al vangelo secondo S. Matteo, Discorso 32, 3-4

La Palestina sarà lo stadio in cui i discepoli si allenano per prepararsi ad affrontare i combattimenti in tutta la terra. Perciò [Gesù] fa loro superare prove sempre più dure in quanto la loro virtù lo permette, affinché possano più facilmente dopo tale addestramento sostenere le future battaglie. Egli li manda fuori dal nido come teneri uccellini, perché imparino a volare. Li fa dapprima medici dei corpi dando loro il potere di guarire, e più avanti affiderà loro la cura, più importante, delle anime. Notate come mostra nello stesso tempo la facilità e la necessità della loro missione. Che dice, infatti? La messe è molta, pochi gli operai. Dichiara cioè, che non li manda a seminare, ma solo a raccogliere una messe già pronta. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù dice la stessa cosa: Altri hanno lavorato, e voi siete sottentrati nel loro lavoro (Gv 4, 33). Parla in questo modo perché non si inorgogliscano, e per dar loro fiducia mostra, infatti, che la maggior parte del lavoro è già stata compiuta. Dobbiamo rilevare, inoltre, che anche in questa circostanza egli agisce spinto dal suo amore per gli uomini e non per rendere un ricambio dovuto: Vedute le turbe, ne ebbe compassione, perché erano travagliate e abbattute come pecore senza pastore. Sono parole queste che ricadono come un’accusa sui capi dei giudei, i quali, benché fossero i pastori del popolo si comportavano come i lupi.

Non solo essi non correggevano gli errori della moltitudine, ma si opponevano a qualunque suo progresso.

Vediamo, infatti, che quando la folla, ammirata dei miracoli di Gesù, proclama di non aver mai visto cosa simile in Israele, essi dichiarano al contrario che egli scaccia i demoni in virtù del principe dei demoni. Ma chi sono gli operai di cui parla Gesù?

Evidentemente i dodici apostoli. E tuttavia, dopo aver detto che sono pochi, manda forse altri discepoli con loro? No, affatto, ma invia soltanto loro alla moltitudine. Perché allora invita a pregare il padrone della messe affinché mandi altri operai ed egli personalmente non ne manda che dodici? Ma se essi erano soltanto dodici, Gesù seppe moltiplicarli, non aumentandone il numero, ma comunicando loro la sua potenza e la sua grazia.

Pregate, dunque, il padrone della messe. Con queste parole fa loro intendere quale grande dono sta per fare, e insieme lascia vedere che egli stesso ha tale potere. Infatti, dopo aver dato questo avvertimento, senza che essi abbiano in precedenza rivolto una preghiera o una richiesta, egli subito li consacra apostoli, richiamando alla loro mente le parole di Giovanni, l’aia, il ventilabro, la paglia e il buon grano. Tutto questo mostra chiaramente che egli è l’agricoltore e insieme il padrone della messe e il Signore dei profeti che l’hanno seminata. È fuor di dubbio, che, inviando gli apostoli a raccogliere la messe, non li invia a mietere la messe di un altro ma ciò che egli stesso ha seminato per mezzo dei profeti.

E non si limita a dar coraggio ai discepoli mostrando che il loro lavoro, il loro ministero consiste nella mietitura di una messe già pronta, ma anche li rende atti a questo ministero. …

Che cosa dice Cristo agli apostoli? Subito da loro un avvertimento: Non andate tra i gentili, e non entrate in città di samaritani, ma andate prima alle pecore sperdute della casa d’Israele. Non crediate – sembra dire – che io nutra odio e abbia avversione nei confronti dei giudei che mi ingiuriano e dicono che opero i miracoli per virtù del demonio. Anzi, sono proprio i giudei che ho cercato di convertire per primi e ora, distogliendovi da tutti gli altri vi mando a loro come maestri e medici.

Non soltanto vi proibisco di predicare ad altri prima che ai giudei, ma non vi permetto neanche di prendere la strada che porta altrove e non acconsento neppure che entriate nelle città dei samaritani.

… Gesù preferisce inviare i discepoli ai giudei, benché questa missione sia più difficile, per manifestare con quanta cura si preoccupa della loro salvezza, per ridurli al silenzio e preparare la via alla predicazione apostolica. Prevedeva, infatti, le accuse che i giudei avrebbero lanciato contro i discepoli se fossero andati a predicare tra i non circoncisi e non voleva che i giudei avessero qualche scusa plausibile per evitare e fuggire gli apostoli. Qui chiama i giudei pecore sperdute e non dice che esse si sono perdute volontariamente, escogitando ogni mezzo per perdonarli e compiendo ogni sforzo per attirarli a sé.

Cammin facendo predicate: È vicino il regno dei cieli.

Considerate la dignità degli apostoli e la grandezza del loro ministero? Gesù non comanda loro di predicare l’avvento di qualcosa di terreno, di sensibile e neppure quanto avevano un tempo predicato Mosè e i profeti; essi devono predicare realtà nuove e al di là di ogni aspettativa. I profeti promettevano soltanto la terra e i beni terreni: gli apostoli annunziano invece il regno dei cieli, e tutti i beni che ad esso appartengono.

Per far sì che essi abbiano pieno credito ovunque, dice: Sanate gli infermi, risuscitate i morti, mondate i lebbrosi, scacciate demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Notate: Gesù cura di formarli non meno che di far compiere loro quei miracoli; perciò mostra loro che i prodigi non sono niente se non sono accompagnati da una vita onesta: Gratuitamente avete ricevuto – dice – gratuitamente date.

Con queste parole reprime la vanità e provvede a tenerli lontani dall’avidità dei beni. Perché non pensino che così grandi miracoli siano opera loro quindi non se ne glorino, egli sottolinea: Gratuitamente avete ricevuto, cioè voi non darete niente di vostro a coloro che riceveranno la vostra opera, e i miracoli che compirete non saranno una ricompensa delle vostre fatiche, è per mia grazia che li farete e questa grazia ricevuta da me gratuitamente, gratuitamente dovrete distribuirla agli altri. D’altra parte non è possibile trovare e ottenere un prezzo degno dei doni che voi darete.

Vedi

Download diretto

File Dimensione del file
pdf R_11_TO_A_2023 133 KB
LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online

Vedi anche

7.a Domenica del T.O. – C

7.a Domenica del T.O. – C

Qual è la perfezione dell’amore? È amare
anche i nemici, ed amarli perché diventino
fratelli.
S. Agostino, Ep. di Giov., Tr. 1, 9

LibreriadelSanto.it - La prima libreria cattolica online